News

Architettura e felicità

a Torino un progetto ne esplora il rapporto

BUILDING HAPPINESS, PROGETTO IDEATO DA FONDAZIONE PER L’ARCHITETTURA DI TORINO, ESPLORA CON UN CALENDARIO DI APPUNTAMENTI (DA MARZO A DICEMBRE) IL TEMA DELLA FELICITÀ RAPPORTATA ALL’ARCHITETTURA

Può l’architettura influenzare la nostra felicità? Domanda interessante? Provocazione? Suggestione? Forse un po’ tutte queste cose insieme, ma sicuramente uno spunto stimolante da cui far partire una riflessione utile al nostro presente.

La felicità ha un luogo? di Marc Augé

La felicità ha un luogo? di Marc Augé

D’altronde le ricerche che collegano architettura e felicità non nascono certo oggi, basta pensare alla cura e all’attenzione che gli antichi greci mettevano nella progettazione dei templi (con quei famosi capitelli dorici, ionici e corinzi che ricordiamo tutti fin dalla scuole), o ancora agli studi Rinascimentali sulla prospettiva, fino ad arrivare a moderne pubblicazioni sul tema (citiamo per tutti il saggio La felicità ha un luogo di Marc Augé).

Insomma, la nostra felicità è influenzata da una miriade di valori, che il World Happiness Report prova ogni anno a classificare in qualche modo (è interessante e gratis, sfogliatevelo, ndr), e l’architettura, ovvero ciò che ci circonda, è inevitabilmente tra questi fattori; sia nell’estetica che nella fruizione e nella funzionalità degli spazi stessi.

Fondazione per l’Architettura di Torino

Fondazione per l’Architettura di Torino

Da questa magna somma di consapevolezze, dati e analisi è nato il progetto Building Happiness, ideato dalla Fondazione per l’Architettura di Torino, per provare a interrogarsi proprio sulla già citata domanda: può l’architettura influenzare la nostra felicità? E di conseguenza: se l’architettura indirizza in parte le nostre emozioni, si possono progettare le emozioni?

Domande molto ambiziose, che hanno dato origine a un percorso di incontri, talk, masterclass, iniziative legate proprio al progetto Building Happiness, con un calendario di appuntamenti fitto da marzo a dicembre (qui nel dettaglio il programma).

Diversi gli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, tra questi, aziende che già nel loro micro o macro cosmo provano ad applicare questi principi: vengono in mente, tra gli altri, Compagnia di San Paolo con le sue Gallerie, o Freisa Alluminio con la facciata della sua sede operativa disegnata da Ugo Nespolo.

Perché li citiamo? Perché uno degli obiettivi di Building Happiness è sicuramente quello di stimolare una evocativa riflessione sul tema, che già di per sé è una bella cosa perché serve sempre riflettere insieme, ma non dobbiamo dimenticare la messa a terra di questi progetti.

Confrontarci su architettura e felicità significa prendere un impegno nei confronti, ad esempio, di Torino: siamo chiamati a immaginare una città più bella e più felice. A partire soprattutto da tutte quelle aree che ancora prima di essere “recuperate” fisicamente, hanno bisogno di essere ripensate.

Building Happiness

E per ripensarle occorre partire (anche) dalle emozioni, e tra queste emozioni sicuramente c’è la felicità (a questo argomento abbiamo recentemente dedicato un articolo sul nuovo progetto di Urban Lab, lo trovate qui).

P.S. per gli appassionati di fotografia, tra i moduli di Building Happiness c’è anche un photo contest, organizzato in collaborazione con CAMERA, a cui chiunque può iscriversi autocandidandosi entro il 5 di luglio; il tema è “catturare la felicità dell’ambiente che ci circonda trasformandola in un’opera fotografica”. Per ulteriori info c’è il sito.